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Ederlezi * per Hashem Shabani

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Sa come aprirsi nell'inferno 
il canto degli angeli che amiamo
 
Muove l'aria e cova un fuoco
dal goccio di saliva tra gli spari
risalendo lungo il pozzo un fiato caldo,
oltre le catene dei guardiani
contendenti la conchiglia dei midolli,
per raggiungere la gola e dire ancora
la morte è troppo poco per sparire
l'occhio luminoso dei Shabani
 
le loro mani bianche danno  frutti
srotolando la stoffa delle mummie
con le ali ripiegate del ricordo
ci scambiamo l'avvenire e dai pertugi
apriremo la yurta in fondo al cielo
leggendo sul labiale  il nostro nome
come cresce al centro del sentiero
 
saremo una farfalla dentro il fiume
dal fango per ricominciare
costruiremo nuove scale,
da uno strato di pelle con l'argilla,
per alzare ancora  con la penna 
lo splendore del grano e in pieno sole
per l'unione delle forze canteremo
un ederlezi come fosse il suo natale.
 
 
 
In memoria di Hashem Shabani, giovane poeta iraniano accusato di "essere in guerra contro Dio"
giustiziato con l'accusa di scrivere in arabo
tradurre i testi farsi in arabo
e di corrompere e sovvertire la religione con i suoi versi.

 Lorenzo Mullon - 06/06/2015 10:22:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

mi ha scritto un amico, Paolo

Caro Lorenzo, non riesco a trovare notizie sul poeta iraniano utilizzando il link che mi hai inviato, ma mi fido di te. E’ ancora vero come lo è sempre stato nella storia del mondo: i poeti che lottano perché gli ingranaggi della demenza, della follia o della semplice cattiveria si arrestino, i poeti che combattono la violenza nel nome di un dio o di una patria e la paura che essa genera (da Dante a al-Hallaj, da Garcia Lorca a Pasolini) sono esiliati, crocifissi, uccisi… Viva il coraggio, crepi la viltà! Viva la poesia che se ne frega delle conseguenze! Viva la poesia fresca come le cascate che travolgono ogni misura! Viva la poesia dei diversi, dei perdenti, degli emarginati, degli eretici, dei barboni, degli alcolisti anonimi, delle puttane, delle anoressiche, delle donne cannone, dei freak, degli islamici anarchici, dei funamboli buddhisti, dei gay tristi, dei mendicanti dalle tasche bucate, dei pellegrini senza piedi, dei ladri senza mani, dei marinai ciechi, degli scalatori che soffrono di vertigini! Viva la poesia che brucia, che sale sui patiboli, che si dissangua tra gli idioti, che si strema nelle carezze! Viva Hashem Shabani, viva tutto ciò che ci rigetta verso il fondo senza fondo dell’universo!

 Elsa Paradiso - 06/06/2015 10:14:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]

Se esiste un’altra vita ... lui ... avrebbe conferma che il suo agire non è stato vano.
Bellissima poesia.
Ciao, Amina.

 Amina Narimi - 05/06/2015 22:43:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

è una bestia di gioia sentire dondolare il vento
tra i nostri fazzoletti colorati appesi agli alberi,
le pale di un mulino solo che sollevano ninive
lungo tutti i mondi in ogni lingua
è l’ederlezi dei Shabani, millemila api luminose

 Lorenzo Mullon - 05/06/2015 18:24:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

stavo aspettando farfalle da un redattore
non avrei mai voluto coprirlo di disonore
ma l’arrivo dei lepidotteri tarda
e prima o poi lancerò la mia alabarda

caro redattore
quanto poco sai esprimere il tuo amore

 Rita Coda - 05/06/2015 15:52:00 [ leggi altri commenti di Rita Coda » ]

Bellissima, un canto che viene direttamente dal basso della terra e dell’acqua, dal corpo e dalle sue pulsioni mettendo in scena un metaforismo acceso e debordante. Una poesia che ha la capacità di celebrare la poesia e chi per questa ne diviene interprete universale.
Un saluto. Rita

 Laura Costantini - 05/06/2015 11:13:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Più si legge più si apprezza questo canto, questo inno, questa verità!
Una profondità la tua, così elegante... che tocca quel nostro senso di sacro!

 Lorenzo Mullon - 05/06/2015 09:55:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

sì, proprio un’ape
sembra che Shabani sia circondato dalle api
tutti i poeti sono circondati dalle api!

ieri ho trovato questo:

L’ape è da sempre investita del più profondo ed inspiegabile mistero, agli occhi degli antichi era una messaggera, che “viaggiava sui sentieri della luce” portando con sé i messaggi che gli uomini inviavano agli Dei.

Gli antichi Babilonesi ( 1600 a. C. circa) veneravano il dio Mithra che era rappresentato come un leone che teneva nelle sue fauci un’ape. Ape infatti, nella lingua locale, si pronunciava “Dabar” e “Dabar” era anche il termine per indicare la “Parola” (divina).

In Grecia, lo stesso Zeus sarebbe stato nutrito dalle api, o meglio nutrito di solo miele da sua madre Melissa. Il nome di Melissa deriva dal greco meli, “miele” e significa letteralmente “colei che è datrice di miele”, “colei che offre il miele”.

In un’ immagine poetica di bruciante desiderio, Kama, il dio hindu dell’ amore, appare con una corda d’ arco fatta di api. Nell’ arte indu, Vishnu viene anche ritratto come un’ ape posata su un loto e Shiva come un’ ape sopra un triangolo. Le antiche dee mediterranee delle api in Egitto, Mesopotamia, Grecia e Roma sono connesse con la dea indiana Hindu: Brahmari Devi, la dea delle api, nelle sue connessioni con gli insegnamenti inerenti i chakra. Questi sette reami della coscienza emanano dal primo suono - il pulsare del tamburo cosmico - il battito del cuore della Dea. La Maha Devi (o Grande madre), la Kundalini, si manifesta in forma di suono come un’ape regina (Brahmari Devi) circondata da nuvole di api ronzanti.

In ambito rituale nel mondo celtico e in Mali, con il miele fermentato e acqua consumata, si ricavava una bevanda chiamata "il vino degli dei" conosciuta con il nome di idromele. Nella mitologia indo-europea, l’idromele è la bevanda tipica dell’aldilà, nel mondo celtico come in quello germanico, è simbolo di immortalità.

 Sara Cristofori - 05/06/2015 09:32:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

quando si uccide un poeta si impoverisce il mondo...

 Lavinia Frati - 05/06/2015 08:17:00 [ leggi altri commenti di Lavinia Frati » ]

Bella Amina...Shabani è un’ape dorata libera di andare ovunque voglia.

 Lorenzo Mullon - 04/06/2015 22:28:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

come si fa a vivere in un società che intima ai poeti di non ricercare
è come dire ai pittori di non usare i colori

la libertà di ricerca è ossigeno
dobbiamo poter scoprire tutto quello che riguarda la nostra natura
facendo saltare il banco se necessario

e non è vero che la poesia sia forza "non nostra"
suona già una minaccia
una intimazione

chi è che vuole spaventare i poeti fino alla morte?
chi è, veramente
toglietevi la maschera

 Franco Bonvini - 04/06/2015 15:39:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

..non lo uccise la morte ma le guardie bigotte...

E se furon due guardie a fermargli la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l’ha inventato
ci costringe a sognare un giardino incantato..




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